Se ne parla ogni 8 marzo, ogni 25 novembre e ogni volta che c’è un femminicidio o un caso di violenza di genere, soprattutto se la vittima frequenta ancora la scuola. Anche gli episodi di bullismo e il cyberbullismo, spesso, hanno un legame con la gestione delle emozioni, la visione dei corpi, con l’accettazione, con il consenso e con il rispetto.
Che cos’è l’educazione sessuale e affettiva?
L’educazione sessuale e affettiva è un percorso formativo che aiuta bambini, bambine, ragazzi e ragazze a conoscere il proprio corpo, a comprendere le emozioni, a esplorare il concetto di consenso, a rispettare le diversità e a costruire relazioni sane. Non si tratta solo di parlare di sesso, ma di educare alla consapevolezza del sé e dell’altro, alla prevenzione degli abusi, alla gestione dei sentimenti e all’espressione delle proprie identità.
A cosa serve?
Oltre a favorire lo sviluppo di una cultura del rispetto, l’educazione sessuale e affettiva contribuisce a:
- prevenire violenza di genere, bullismo e discriminazioni;
- ridurre i comportamenti a rischio e le gravidanze precoci;
- promuovere il benessere psicologico e relazionale;
- dare strumenti per riconoscere e difendere i propri diritti.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce l’educazione sessuale come un diritto umano e ne raccomanda l’introduzione precoce e progressiva nelle scuole, fin dall’infanzia.
Buone prassi nel mondo e risultati concreti
Nei Paesi Bassi, l’educazione sessuale comincia già a 4 anni con il programma “Spring Fever”, che affronta temi come l’amicizia, l’amore e il consenso in modo adatto all’età. In Svezia, la materia è parte integrante del curriculum scolastico dagli anni ’50. In Germania e Finlandia è obbligatoria e supportata da risorse statali. In questi casi, diversi studi internazionali mostrano che l’educazione sessuale completa:
- riduce l’incidenza di malattie sessualmente trasmissibili;
- ritarda naturalmente l’inizio dell’attività sessuale;
- aumenta la capacità di riconoscere situazioni pericolose o abusive;
- migliora il dialogo tra pari e con gli adulti di riferimento.
Opinioni: tra apertura e resistenze
Il tema in Italia è ancora oggetto di dibattito. Il nucleo centrale delle resistenze e delle polemiche è non solo la definizione degli argomenti da trattare, ma anche il come farlo. Gli argomenti principali di un buon corso di educazione sessuale e affettive sono o dovrebbero essere:
- la prevenzione delle infezioni sessualmente trasmissibili e delle gravidanze non desiderate
- la gestione delle emozioni e le relazioni affettive
- il rapporto con il proprio corpo e con il piacere
- l’uguaglianza di genere e il rispetto.
Per trattare gli argomenti si utilizzano attività e giochi per stimolare il coinvolgimento e l’interazione. Di solito, il gruppo di lavoro di questi percorsi formativi è multidisciplinare e dovrebbe essere composto da persone esperte di salute pubblica, pedagogisti, virologi, sessuologi, pediatri e psicologi.
Molte persone esperte, tra cui pedagogisti e psicologi come Alberto Pellai o Maura Manca, sottolineano la necessità di affrontare la questione con un approccio multidisciplinare e scientifico. Secondo l’Associazione Italiana Sessuologia Psicologia Applicata (AISPA), l’educazione affettiva è “fondamentale per combattere gli stereotipi, sviluppare empatia e prevenire violenze”.
D’altra parte, esistono anche resistenze, spesso legate a timori culturali, politici o religiosi, secondo cui introdurre questi temi significherebbe “sessualizzare” precocemente i bambini. In realtà, i programmi ben strutturati sono costruiti proprio per essere graduali, rispettosi e inclusivi. Il piano “Educare alle relazioni”, approvato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito il 22 novembre 2023, è rimasto bloccato tra scelte poco consapevoli e intoppi organizzativi.
Strumenti e risorse per l’educazione sessuoaffettiva alla scuola primaria e secondaria
In Italia non esiste ancora un programma nazionale obbligatorio, ma diverse realtà offrono risorse valide per insegnanti e scuole.
- UNESCO – International Technical Guidance on Sexuality Education: guida internazionale in italiano per educatori, con indicazioni per ogni fascia d’età.
- Educare alle differenze: rete nazionale che propone percorsi formativi, toolkit per docenti, materiali adatti alla fascia 6–14 anni.
- Progetto W l’Amore della Regione Emilia-Romagna: percorso educativo già sperimentato con successo nelle scuole secondarie.
- Libri illustrati per la primaria: testi come “Ti spiego il sesso”, “Così fan tutti”, “Io, tu e le emozioni”, sono pensati per introdurre con delicatezza il tema della corporeità e dell’emotività. Ne trovi molti in questo articolo di Vita.
- Sul canale YouTube Formazione su Misura, di Rizzoli e Mondadori, trovi diversi video e contributi di persone esperte, docenti nel corso “Educare alle relazioni”.
Una scuola che educa alle relazioni è una scuola più sicura
Non ci sono libri di testo sul tema, ma ne parliamo lo stesso perché, chi lo sa, un giorno ci saranno. Abbiamo proposto su LinkedIn alla nostra rete questo sondaggio:

Educare all’affettività e alla sessualità non significa togliere innocenza, ma dare strumenti per crescere liberi, consapevoli e rispettosi. È un processo educativo che coinvolge insegnanti, famiglie e studenti e che può diventare un pilastro nella prevenzione di violenza e disagio.
Introdurre questi percorsi a scuola significa sostenere il benessere e la sicurezza delle nuove generazioni, costruendo un futuro più empatico, equo e consapevole.