Agnese Baruzzi illustratrice intervista

Agnese Baruzzi: illustratrice e autrice di libri per bambini e bambine

Con questa breve intervista, Agnese Baruzzi racconta come ha cominciato, come lavora e quanto ama il suo lavoro.

Torna la rubrica “L’editoria (scolastica e non solo) raccontata da chi la fa” con l’intervista ad Agnese Baruzzi che lavora come illustratrice e autrice di libri per bambini e bambine dal 2001. Dopo la laurea in Progettazione Grafica presso l’ISIA di Urbino, ha realizzato numerosi titoli per ragazzi in Italia e all’estero, collaborando con vari editori: Lapis, Minedition, White Star, La Coccinella ed altri, dedicandosi prevalentemente alla fascia 0-6 anni. Svolge anche laboratori per bambini e adulti collaborando con scuole e biblioteche. 

Come hai cominciato a lavorare con l’illustrazione?

Ho iniziato perché ho vinto un concorso di illustrazione il cui premio consisteva nella pubblicazione del libro che si intitola “Uno sguardo sott’acqua” ed è stato pubblicato nel lontano 2001 dalla casa editrice Edicolors di Genova che ora non esiste più. 

C’è un artista che ti ha ispirato più di altri nel tuo lavoro? 

Se dovessi sceglierne uno sarebbe sicuramente Bruno Munari, artista poliedrico che ho avuto occasione di incontrare personalmente quando ero bambina e che, come grande sostenitore della fantasia, della creatività e del pensiero critico originale, mi ha davvero influenzata tantissimo.

Come è cambiato il tuo stile nel tempo?

Il mio stile illustrativo nel corso del tempo è diventato molto molto semplice. Quello che ho cercato di fare è stato di sottrarre dettagli e tenere soltanto ciò che più è essenziale. 

Ti capita di doverlo adattare in base alle richieste? 

Naturalmente mi capita di doverlo adattare alle diverse esigenze editoriali. In alcuni libri e contesti, mi capita di realizzare immagini più complesse e dettagliate, in altri casi più essenziali. 

Cosa preferisci: Tavoletta grafica o carta e pennelli? 

Di solito lavoro lavoro a computer con il disegno vettoriale e tavoletta grafica anche se mi piace mantenere anche una forma di manualità nel corso di laboratorio con i bambini e altre attività proprio per non dimenticare il punto di partenza da cui è nato il mio lavoro: disegno, matite, acquerelli, carta, ritaglio, collage e così via. 

Quali sono le caratteristiche di un buon libro illustrato per bambini?

Le caratteristiche di un buon livello illustrativo sono molto variabili. Per esempio “Era inverno” è un libro, pubblicato negli anni Ottanta, che io ho amato tantissimo sia da bambina che da adulta. è un libro semplicissimo, davvero essenziale dove le forme grafiche si richiamano alla sintesi più assoluta. “Il nemico più temuto”, invece, è un libro completamente diverso dove la storia è davvero molto forte molto bella, meravigliosa che ci fa riflettere su come non sia facile relazionarsi con gli altri, ma in questa storia appunto incontriamo un re e che inizialmente in grande conflitto con un mago e sogna di ucciderlo, ma poi capirà come il nemico più temuto sia in realtà la persona che più lo arricchisce e che più lo fa evolvere come essere umano. Quindi sono due libri completamente diversi e che hanno uno stile completamente diverso anche dal punto di vista grafico, entrambi sono per me molto interessanti, pur essendo molto diversi. Mi è quindi difficile sintetizzare le caratteristiche che un libro dovrebbe avere, credo che varino in base al pubblico e all’obiettivo del libro. 

Non so quali siano le caratteristiche di un buon libro illustrato, nella strada che io cerco di perseguire c’è sicuramente una grande sintesi. 

Però in altri libri, la storia è fondamentale e perdersi, identificarsi e riflettere grazie allo spunto della narrazione è un arricchimento meraviglioso e fondamentale. Un altro libro che per me è stato fondamentale è stato “Sembra questo sembra quello” che mi ha influenzata tantissimo perché si basa sui giochi visivi “è una fiamma ci scommetto… no della cresta del Galletto!”. Anche io ho dei miei libri, ho cercato di stimolare la curiosità e l’immaginazione con analogie di questo tipo e con l’utilizzo di giochi cartotecnici, un settore su cui mi concentro molto. 

Segui delle fasi precise quando lavori? 

Si di solito faccio un progetto, provo a metterlo in pratica e a verificare se funziona o meno. Mi ispiro molto al metodo progettuale di Bruno Munari che si basa su queste fasI. idea test verifica ed esecutivi finale. è un lavoro fantastico mi diverto molto. sento di avere ancora molto da imparare e sperimentare e mi piace molto fare laboratori con bambini per vedere quale è la risposta ideale a quello che io faccio nella mia cameretta, nella mia tana. 

Stare a contatto col pubblico è un grande test per vedere se le mie idee funzionano e hanno riscontro.  

La soddisfazione più grande che hai avuto illustrando?

La soddisfazione forse più grande che ho avuto è stata la collana dei “Trasforma corpo” che rispecchia appunto un po’ il gioco del libro che mi ha ispirata: “Sembra questo Sembra quello”. Per esempio: “Sembrano proprio dei lunghi maffoni invece è un cavallo con gli occhi marroni”. Mi è capitato di incontrare molti bambini che l’abbiano davvero amata e questo mi ha fatto davvero tantissimo piacere. 

Per me i libri letti nell’infanzia sono rimasti nel cuore e sono diventati un tassello della mia persona. 

Guarda l’intervista ad Agnese Baruzzi

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