Per studiare servono carta penna e un libro scolastico

Carta, penna e un libro scolastico: ecco cosa serve per studiare bene

Avere come riferimento il libro scolastico di carta è sempre stata una certezza per la scuola. Ma è sicuro che continueremo a stampare libri per la scuola per sempre? Ma c’è di più: studiare in modo classico è più efficace che guardare uno schermo. Non è una battaglia contro il digitale, ma una presa di consapevolezza sugli effetti positivi che l’uso di carta e penna, combinati a un libro di scuola da sfogliare, hanno su chi studia. 

Il libro scolastico è amato da chi studia 

Secondo un sondaggio svolto da libraccio.it, nel 2022 quasi il 60% dei giovani preferisce usare libri di carta per studiare. Solo il 3,8% desidera un apprendimento completamente digitale. Il sondaggio evidenza una parte più simbolica che quantitativa, ma importante perché fa capire che l’equazione giovani = digitale a tutti i costi non è sempre vera. O, magari, si preferisce usare canali digitali come forma di intrattenimento e dosarli nel momento in cui servono come strumento didattico. 

Dal tablet a carta, penna e libro scolastico

Nel corso del 2023 abbiamo sentito diverse notizie di chi ha scelto di rinunciare al tablet come strumento di studio per tornare a carta e penna. La decisione del governo svedese ha sicuramente conquistato spazio sui giornali. Dopo aver introdotto i tablet dal 2017 già dalla scuola dell’infanzia, la sperimentazione viene interrotta perché l’uso del tablet ha causato un calo di competenze di lettura tra i giovani studenti. Secondo gli esperti, i tablet sono utili per organizzare meglio il lavoro e le informazioni, ma il loro utilizzo nel lungo termine non permette uno studio accurato e quindi una comprensione e memorizzazione di informazioni e contenuti. Per questo, la Svezia ha scelto di tornare a una forma di apprendimento tradizionale con carta, penna e l’uso di un libro scolastico.  

La scrittura in corsivo diventa legge

Scrivere in corsivo aiuta a concentrarsi, capire e memorizzare. Tanto che in California si chiede maggiore impegno nell’insegnamento della scrittura in corsivo con un disegno di legge dedicato. Il Governatore della California Gavin Newsom ha firmato la legge per far tornare l’insegnamento della scrittura in corsivo nelle scuole. Come riportato dal portale Economic Times nella legge, si chiede di dare indicazioni pratiche per scrivere in corsivo secondo il proprio grado scolastico e concentrandosi sugli studenti dal primo al sesto anno. 

Ma quindi dobbiamo rinunciare al digitale a scuola? 

Ovviamente no. Semplicemente, bisogna difendere il diritto di chi studia a “stancarsi” su un libro stampato prima di poter scegliere se approfondire con un video su YouTube o sulla piattaforma fornita dalla casa editrice. Rendiamo il libro scolastico immortale grazie alla collaborazione con dispositivi e contenuti digitali. Ma d’altronde in Italia non corriamo questo rischio. Secondo gli ultimi dati AIE disponibili riportati da TerraNuova Edizioni «oltre il 92% degli insegnanti usa il sistema misto: cartaceo più digitale. Per cui la carta è uno “strumento” indispensabile ma non sufficiente: gli insegnanti e gli studenti ritengono fondamentale non solo la versione digitale del testo ma anche le piattaforme». Starai pensando che per noi si tratta di interesse… e hai ragione! Ci teniamo a fare arrivare i nostri libri sui banchi di scuola per far studiare bene tanti studenti e studentesse. 

Guarda qua che libri belli facciamo.

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