L'editoria parascolastica raccontata a chi la fa

L’editoria parascolastica raccontata da chi la fa

Cosa significa parascolastica? La Treccani definisce l’aggettivo parascolastico come “tutto quello che aiuta e integra l’opera che è propria della scuola”. Noi col termine parascolastica intendiamo tutti quei libri non soggetti a un obbligo ministeriale, ma sviluppano un’idea e/o una collana specifica di supporto e approfondimento ai libri adozionali. 

Intervista sulla parascolastica di Studio Ampa a Mariagrazia Bertarini, Cristina Rolfini e Daniela Battaglia
Noi ringraziamo loro e ricordiamo a te che trovi l’intervista in fondo alla pagina. Buona videolettura!

Mariagrazia Bertarini, autrice

Cominciamo proprio da dove nasce il libro, quindi dall’esperienza dell’autrice con Mariagrazia Bertarini
Autrice di testi scolastici, scrittrice, sceneggiatrice, formatrice didattica e ThinkBuzan Licensed Instructor on Mind Mapping. É stata docente incaricata in Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione presso l’Università degli Studi di Camerino. Direttrice della collana di narrativa scolastica indirizzata ai ragazzi della Scuola Primaria: L’Albero dei libri, Eli-La Spiga.

Che differenza c’è tra libri parascolastici, adozionali e didattici?

Dal punto di vista autoriale, tra scolastica e parascolastica non c’è molta differenza perchè, in ogni caso, quando comincio a lavorare è perchè sono animata dall’entusiasmo. Quando si affronta un corso scolastico c’è prima il rigore e poi la creatività perché devono seguire tanti dettami. Mentre nella parascolastica c’è un po’ più di libertà. Anche quando si scrive un testo parascolastico bisogna essere rigorosi e in ogni caso il lavoro non è molto diverso. In un testo scolastico si ha un limite di pagine e di unità didattiche, quindi molte volte si lanciano gli argomenti, ma non c’è lo spazio per approfondirli. Mentre nella parascolastica che affronta argomenti più circoscritti e limitati, è possibile andare in profondità. Tante sono le cose di parascolastica: esercizi in batteria che io non amo perché sono noiosi per i bambini e anche per chi li scrive, oppure i libri per le vacanze, per esempio.

Come nasce e si sviluppa un libro di parascolastica?

Per proporre un corso scolastico bisogna partire dall’idea che deve essere molto forte per supportare un corso completo dalla prima alla quinta. Si presenta quindi un sillabo, un’idea, una base teorica e poi bisogna passare alla messa in pratica della teoria. 

Bisogna tradurre la teoria in pagine interessanti e coinvolgenti per insegnanti, bambini e genitori che sono coinvolti nella scelta. 

E poi deve essere coinvolgente anche per te perchè, se ti annoi scrivendo, la gente se ne accorge. La fatica nello scrivere 2000 pagine c’è, ma non si deve vedere. É una cosa che si impara col tempo, infatti due trucchi per scrivere sono: smettere quando è il momento e avere il coraggio di buttar via e ricominciare. Per la parascolastica ho molte idee che curo soprattutto in agosto quando non parto, studio e scopro tante cose su internet. Una mia grande passione sono le STEM e ho anche studiato Montessori, un metodo che mi ha conquistata.  


Cristina Rolfini, editor freelance

Dopo il lavoro dell’autrice, il libro passa all’editor che lo porta a essere pubblicabile, come ci racconta Cristina Rolfini, editor di libri e materiali digitali per la scuola secondaria, specializzata in storia e geografia. Si occupa di progettazione, revisione dei testi e redazione. Per Sanoma Italia cura il sito “Agorà” di area umanistica e una newsletter per i docenti. 

Cosa vuol dire parascolastica nella tua esperienza?

Io mi occupo di storia, geografia, ma anche di materiali di filosofia, di arte educazione civica come strumenti didattici e di approfondimento tematico. Mi sono occupata di atlanti e geostoria, ho una passione per la cartografia. Oggi mi occupo di queste tematiche in forma digitale con materiali che pubblichiamo su un sito e una newsletter di materie umanistiche che seguo da tanti anni. Nella mia esperienza di editor per le scuole superiori significa, parascolastica significa varie cose, come ha già detto la dottoressa Bertarini. 

E’ un vasto mondo che ha la caratteristica di essere uno strumento duplice che guarda sia al docente che agli studenti. 

Spesso, i contenuti sono una forma di autoaggiornamento per il docente e possono essere portati in classe con una mediazione didattica. In questo modo l’insegnante può scegliere di proporlo come per esempio una lezione semplificata di storia che non può esserci sul manuale, ma può esserci su un ottimo strumento di parascolastica per i BES, per una eccellenza o come materiale per la maturità. Un libro parascolastico è un materiale di approfondimento tematico. 

Come cambia il tuo lavoro tra strumenti cartacei e digitali?

Come figura di progettazione per il digitale mi occupo di contenuti e mi relaziono con il grafico, il cartografo o l’editing in HTML che poi pubblica sul sito questi materiali. Posso scegliere delle parole chiave dei materiali che sono molto richiesti dalla scuola. Per esempio, in occasione della giornata della memoria abbiamo preparato dei materiali per un percorso che si chiama “Insegnare la Shoa” e mi sono occupata di scegliere l’autore, capire il taglio che può essere utile a un insegnante di scuola media inferiore e superiore, commissionare il testo. 

I testi per la pubblicazione online devono essere paragrafati, brevi per permettere a chi li scorre di trovare velocemente i neretti e capire bene le parole chiave. 

Si può mettere qualche immagine, ma non molte per evitare problemi di diritti per gli editori, soprattutto se si vuole pubblicare i contenuti sui social. Su un libro di recente mi sono occupata di un libro sulle differenze di genere ed educazione alla parità “Differenze al plurale” lì abbiamo messo più immagini perchè gestirle sul libro cartaceo è più semplice gestirle. Quando mi occupo del cartaceo spesso seguo tutta la produzione dall’inizio dall’originale alle bozze, dopo la pandemia hanno cominciato a costruire dei materiali paperless senza l’uso di cartaceo. Una cosa ottima in generale e anche per me che lavoro da remoto, all’estero e posso seguire il processo dall’inizio alla fine. Quello che si chiamava “pellicola”, ora è un pdf che serve per le correzioni ma che non si pubblica: si fa tutto in html che è tutto molto più leggero. Mi piace molto collaborare con chi si occupa di grafica e cartografia, figure che aiutano chi si occupa di contenuti a valorizzarli al meglio.

Hai un metodo di lavoro con fasi precise? 

Si, indipendentemente dal supporto ci vuole molta attenzione e sensibilità. Bisogna sintonizzarsi col livello richiesto: medie inferiori o superiori. Un’analisi linguistica perché noi possiamo avere a che fare con degli esperti molto bravi in quella materia che però non necessariamente sanno scrivere per la scuola. 

L’editor deve saper mediare didatticamente informazioni molto complesse e rendere le informazioni comprensibili per ragazzi giovani. 

E’ un lavoro linguistico, sintattico. Lavoro molto sugli originali che vengono passati più volte e chiedersi ogni volta se il passaggio è comprensibile in tutte le sue parti, se le parole sono state spiegate tutte, se la forma dei verbi usata è omogenea sempre al presente o al passato. Faccio un lavoro meticoloso sul linguaggio sulle forme verbali. Soprattutto, bisogna chiedersi: questa cosa si capirà bene o ci devo ripassare? Quando l’originale è a posto, allora si passa alla grafica che lo impagina. É molto bello vedere come viene il libro anche perché la grafica ti dice qualcosa sul tuo lavoro: se funziona e scorre bene o se ci devi tornare. Io lavoro molto a monte, in modo tale che chi mi segue e tutto il processo è agevolato. Grande attenzione, quando necessario si ricorre alle insegnanti per capire se quello che stiamo facendo va bene, sono molto importanti sia per la scolastica che per la parascolastica. Non c’è nessuna differenza dal punto di vista della qualità.

A volte la parascolastica è più difficile da lavorare perché i testi di approfondimento tendono ad essere saggistici su un unico argomento e quindi serve maggiore attenzione a semplificare il linguaggio. 

La parascolastica è divisa in sezioni alcune più rivolte al docente e altri materiali didattici rivolti agli studenti. I materiali didattici sono particolarmente difficili dal punto di vista di un editor da lavorare perché devono essere registrati su un livello giusto.


Daniela Battaglia, docente e pedagogista

Il percorso prosegue con Daniela Battaglia, insegnante di italiano L2, pedagogista, specializzata nel Metodo Montessori, cofondatrice e coconduttrice del laboratorio permanente Fare dal Nulla, ispirato al pensiero pedagogico di Gianni Rodari, al metodo Bruno Munari e alla pedagogia montessoriana, autrice di storie per l’infanzia e per lungo tempo insegnante di scuola primaria. 

Cosa vuol dire parascolastica nella tua esperienza? 

Il termine parascolastica apre un mondo. Questa parola per me è un arricchimento che riguarda il completamento della persona. Sono insegnante e pedagogista e mi occupo di laboratori creativi quindi tutto quello che abbiamo a disposizione per completare la formazione di una persona per me è un arricchimento enorme. Quindi la parascolastica spesso è un aiuto, un sostegno, un approfondimento a tutto il percorso che noi insegnanti vogliamo completare. 

Perché la scuola non è solo istruzione ma è soprattutto formazione completa dell’individuo della persona. 

Io attualmente insegno italiano L2 agli stranieri adulti, ma ho esperienza nella scuola primaria. In gioventù ho lavorato nella scuola dell’infanzia. Quindi ho un quadro ampio del percorso evolutivo e in tutti questi campi la parascolastica mi è sempre stata di grande supporto. Perché il fatto di insegnare in modo completo e creativo per gli studenti e noi insegnanti. Non essere noiosi è importantissimo per chi apprende, ma anche per noi perchè ci trasmette quell’entusiasmo che a nostra volta possiamo trasmettere ai nostri allievi. I testi di parascolastica sono un aiuto con suggerimenti, proposte di attività, approfondimenti e, per noi docenti, sono anche una ulteriore formazione all’interno di un percorso dentro e fuori la scuola. 

Come scegli i libri da consigliare? 

Bisogna avere un quadro della classe degli studenti a cui va proposto. Se il testo è vicino alle esperienze o troppo lontano. Poi vanno analizzati molti aspetti: 

  • le immagini che sono una attrazione verso l’argomento 
  • il tipo di esercizi non ripetitivi
  • il tipo di stimolazioni, quindi la varietà oltre la ripetizione noiosa tipica della vecchia scuola
  • alle volte anche il carattere, quindi il formato della scrittura. 

Io insegno ad adulti stranieri con diversi livelli di formazione scolastica, quindi tengo molto in considerazione lo stampato, la scrittura, la grandezza del carattere. 

La varietà negli esercizi, nelle pagine e nelle immagini, è la cosa più importante in un libro. 

Che rapporto c’è tra parascolastica, educazione e didattica?

Il rapporto è strettissimo. Non si possono scindere se non teoricamente perché concorrono tutte a formare l’individuo e lo studente. La didattica è un percorso attraverso cui si cerca di fare apprendere. Educazione significa e-ducere, cioè tirar fuori il meglio da ogni studente. 

La parascolastica ci aiuta a tirar fuori il meglio con percorsi stimolanti che contribuiscono e aggiungono qualcosa in più alla tradizionale materia scolastica. 

Si pensa che la pedagogia riguardi solo il bambino, invece è un percorso che dura tutta la vita. Per questo ho creato un laboratorio creativo “Fare dal nulla” ispirato a Rodari, Munari, Montessori. Munari, infatti, vuol dire “fare dal nulla” in giapponese. E’ un’attività parascolastica in cui si stimolano bambini e adulti a fare dal nulla, a partire dal niente per tirare fuori il meglio. 


Guarda l’intervista completa a Mariagrazia Bertarini, Cristina Rolfini e Daniela Battaglia sulla parascolastica. 

 

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