Un libro che vuole mostrare i diversi modi di esistere e resistere secondo Rai Cultura. Anche noi crediamo che questo manuale offra l’opportunità di cambiare il modo di insegnare la letteratura a scuola e l’immaginario di riferimento di giovani cittadini e cittadine. “Controcanone: la letteratura delle donne dalle origini a oggi” è un testo per le scuole secondarie di secondo grado edito da Loescher e curato da Johnny L. Bertolio, autore, formatore e redattore nell’ambito umanistico che ce lo ha raccontato in questa videointervista che trovi in fondo alla pagina.
Cosa vuol dire canone e cosa vuol dire controcanone?
Nasce da una certa insofferenza verso le rigidità della programmazione tradizionale. Io ho fatto il dottorato in Canada in cui, gli studi di genere e l’idea di una apertura a rappresentazioni culturali variegate sono forti da decenni, sulla letteratura italiana e anche su altre discipline. Quindi mi sono chiesto come allargare il canone scolastico anche in virtù del fatto che i programmi non esistono più e le indicazioni cosiddette nazionali del Ministero dell’Istruzione sono state definite dagli stessi funzionari del ministero come non vincolanti.
Non c’è un obbligo nell’arrivare fino alle soglie dei giorni nostri, né di includere o escludere autori e autrici, ovviamente. Però nella prassi scolastica si è consolidato un elenco di autori canonici, ma anche un modello di autore da proporre alle nuove generazioni: politicamente impegnato, che ha anticipato o contribuito al Risorgimento, linguisticamente toscano e con convinzioni personali anche religiose ma comunque contro la gerarchia ecclesiastica. Per capire il canone, dobbiamo quindi risalire all’Unità d’Italia alla fine dell’Ottocento, perché il Regno d’Italia era nato in conflitto con il papa che si dichiarava prigioniero dello Stato italiano. È chiaro che, se questo è il modello d’autore da proporre alle nuove generazioni, le autrici sono escluse per definizione. Ovvio che il modello a cui tutti tendiamo è una letteratura finalmente paritaria che abbia almeno il 50% di autrici donne, ma per ora nessuno ha avuto il coraggio di lanciare un tale manuale. Quindi, ho provato a lavorare “ai lati” con un’operazione di sfiancamento ai margini, per cui Controcanone non si tratta semplicemente di fare l’elenco di autrici eccellenti.
Quindi non voglio togliere gli autori canonici per mettere dentro in non canonici, ma piuttosto cercare di rivedere le basi su cui abbiamo costruito quel canone, lasciare questa idea di norma di tradizione e aprirsi anche ad altre rappresentazioni.
Come è stata strutturata la proposta didattica e cosa la caratterizza?
Proprio per dare l’idea di questa apertura fatta di rappresentazioni plurali, che non è un’appendice rosa, abbiamo creato un percorso cronologico dalle origini a oggi che affianca quello più tradizionale degli autori che non mancano mai nei manuali di letteratura. Ci sono poi dei tag intitolati proprio Controcanone che permettono agli insegnanti di agganciare questi testi in classe agli autori immancabilmente presenti nell’insegnamento. Quindi, se c’è per esempio una poetessa nel Cinquecento che a suo modo rielabora il codice lirico petrarchesco che era quello dominante, è messa in rilievo questa prospettiva diversa inserendo i brani in analisi ed esercizi da essere usati in classe.
Allo stesso tempo per i giorni nostri, abbiamo creato dei percorsi tematici proprio per capire cosa significa Controcanone: l’idea di una intersezionalità per mettere insieme tutti quei fattori di esclusione, di oppressione, di marginalizzazione forzata che hanno interessato non soltanto le autrici, ma anche gli autori. Controcanone significa mettere in luce i fattori di inclusione per i pochi eletti che soddisfacevano quei determinati criteri e di esclusione per tanti altri autori e tante altre autrici che, pur scrivendo in maniera impeccabile nei generi letterari tradizionali, sono state però non considerate degne di essere studiate a scuola. Noi studiamo a scuola i trattati politici di Dante, scritti peraltro in un pessimo latino, o Il Principe di Machiavelli. Opere che, se fossero scritte oggi, non considereremmo letteratura ma, visto che parlano dell’Italia come nazione unita da cui scacciare lo straniero invasore sono considerate imperdibili anche perché in grado di orientare politicamente il pubblico. Altri testi di poetesse che scrivevano secondo tutte le regole e i crismi nel volgare toscano, non sono state considerate perché invece parlerebbero di cose irrilevanti.
Anche nella Bibbia cristiana ed ebraica o nei testi sacri dell’islam ci sono stati dei momenti storici in cui i padri nobili di queste religioni hanno deciso che cosa inserire nl canone e che cosa invece considerare apocrifo. Tra l’altro, è da notare che nella Bibbia ci siano dei libri scritti in teoria da donne o comunque intitolati a donne.
La decisione di valorizzare le autrici si accompagna all’approfondimento di tematiche come la deportazione, l’esilio e la migrazione e le declinazioni dell’alterità e della diversità. Anche nella formazione scolastica l’inclusione deve essere intersezionale e multidisciplinare per essere efficace e magari anche per coinvolgere studenti e studentesse?
Sì, io penso che l’insegnamento della letteratura possa e debba suggerire dei rispecchiamenti. L’ora di letteratura non dovrebbe essere soltanto un riversare delle nozioni sul nostro pubblico, ma dovrebbe anche orientare e cercare di gettare dei semi che poi daranno frutti, se gli studenti e le studentesse potranno nella vita continuare a leggere, a informarsi e capire, ad esempio, se il contratto d’affitto che firmeranno contiene delle fregature. Io penso che la letteratura a scuola non debba solo trasmettere dei concetti o una ideologia politica, ma anche aprire a un mondo che poi si spera verrà coltivato in seguito.
Quando vado nelle scuole a parlare di Controcanone, quasi sempre mi ritrovo davanti molte più professoresse che professori e, a seconda delle scuole superiori mediamente, molte più studentesse che studenti. Quindi non si capisce perché questa stessa percentuale non si debba ritrovare anche nei testi e nei manuali, anche perché c’è stata nella storia. Se non ci fosse stata ce ne faremmo una ragione, ma siccome c’è stata e ha avuto un successo anche di pubblico all’epoca non si capisce perché non dobbiamo presentarla oggi proprio per incoraggiare queste possibilità di rispecchiamento che magari non ci saranno perché non è che una ragazza si deve per forza identificare in un libro scritto da una donna, però è ovvio che è importante offrire il quadro completo e contribuire a cambiare l’immaginario.
Nell’ambito della progettazione editoriale, Ampa ha una passione per le infografiche e per la selezione iconografica. In Controcanone il corredo iconografico è fondamentale perché “è stato curato per fornire anche un’idea di come l’immagine femminile presente nelle opere letterarie sia o meno rispecchiata nelle contemporanee rappresentazioni artistiche e sullo sfondo di precisi itinerari storico-geografici”. Ci sono state difficoltà a reperire fonti e risorse adeguate?
Ringrazio innanzitutto le progettiste grafiche Simona Corniola e Laura Tononi che hanno collaborato e hanno fatto un ottimo lavoro e soddisfatto tutte le richieste. Ad esempio, nelle parti introduttive ci tenevo a visualizzare alcune linee del tempo per mostrare cosa succedeva in contemporanea con la produzione degli autori più noti quando le autrici pubblicavano le loro opere. Inoltre, anche per cercare di alleggerire il muro di testo, in direzione dei ragazzi e delle ragazze con dislessia e rendere la lettura meno faticosa, il testo è accompagnato da immagini che dialogano con le parole, anche dedicate a pittrici o a rappresentazioni delle donne delle lavoratrici delle scrittrici nella stessa epoca dei testi letterari. Non ci sono in realtà grandi difficoltà perché molti testi sono stati pubblicati e si trovano nelle biblioteche, anche dopo essere stati riscoperti negli anni ‘70 dalle studiose femministe. Oggi studiose e scrittrici come Giulia Caminito, Vera Gheno, Sandra Petrignani stanno facendo un grande lavoro anche di rimessa in circolazione e di riscoperta e case editrici illuminate rimettono tante opere a disposizione. Quindi diciamo che si stanno facendo sforzi in varie direzioni; a volte si tratta di operazioni commerciali, altre volte invece si vede un livello di approfondimento maggiore. Comunque, su vari fronti mi sembra che tutta l’editoria, anche quella scolastica, finalmente ci è arrivata anche lei.
Ci hanno colpito le sezioni: “il MEME dedicato a raccontare la fortuna iconografica di un fenomeno culturale oppure illustra un passaggio storicamente fondamentale; le schede “Verso il colloquio multidisciplinare”, l’invito al dibattito e i consigli cinematografici e musicali. Perché un o una docente dovrebbe scegliere Controcanone per l’insegnamento della letteratura?
Sì queste sezioni del Meme e i consigli cinematografici e musicali vanno proprio nella direzione che dicevo di un alleggerimento, cioè di integrare sempre di più la lettura o la scrittura, stimolando anche altre capacità sensoriali vedendo un film o ascoltando la colonna sonora. Oppure occhieggiando un po’ al linguaggio dei social per creare dei meme che sono in realtà delle operazioni anche intelligenti, non solo passive. Io propongo degli esempi che possono diventare un invito a crearne di nuovi con immagini legate alla vita dell’autrice o della sua opera come può essere un ritratto per esempio con delle attivazioni degli elementi caratteristici dell’immagine stessa e al di sotto una citazione della stessa autrice che in qualche modo si ricollega al ritratto per renderla, come dice la parola MEME, memorabile. Per questo, i MEME occupano parecchio spazio, ci tenevo a inserirne almeno uno per capitolo proprio per alleggerire il testo con un ritratto curioso che può rimanere impresso. Anche tutta la parte dei film o delle serie penso che sia un ottimo aiuto o in classe o a casa per continuare a riflettere su questi argomenti.
Spesso ci sentiamo dire che siamo tutti uguali e siamo tutti diversi e quindi non c’è bisogno di tutelare dei gruppi o delle minoranze, perché in fondo in ognuno di noi c’è una percentuale di diversità. In parte è vero, però è chiaro che nella storia e ancora oggi ci sono dei gruppi di minoranze che per vari motivi sono emarginate dalla società, perché considerate diverse, è inutile che ce lo nascondiamo. È chiaro che se un autore o un’autrice viene da quel mondo, inevitabilmente nelle loro opere si sentirà questa marginalizzazione e quindi è interessante fare dei paragoni anche con le storie attuali. Per esempio, il romanzo La lunga vita di Marianna Ucrìa di Dacia Maraini che parla di una donna sordomuta del ‘700 che studia l’Illuminismo in Sicilia, può essere un ottimo collegamento con la situazione simile che c’è stata nella seconda metà del Novecento con Franca Viola, allora ragazza oggi una donna, che ha denunciato con coraggio il suo aguzzino e ha fatto in modo di cambiare negli anni la legge sul matrimonio riparatore. Quindi i testi letterari, anche quelli canonici ma maggiormente quelli non canonici, aprono a delle riflessioni che tutti noi ci sentiamo il dovere di fare in classe: una delle poche occasioni in cui abbiamo ragazzi e ragazze insieme per parlare di questi argomenti, anche venendo da situazioni familiari diverse.
Controcanone è uscito nel 2022. Che riscontro avete avuto da parte della classe docente?
Il libro è stato adottato in 150 sezioni, cioè classi, come testo obbligatorio quindi fa parte dell’elenco dei libri di testo. In un momento in cui si fa fatica a adottare i manuali assolutamente necessari, figuriamoci quelli opzionali, è un risultato sorprendente perché essendo presentato comunque come una necessaria integrazione, vuol dire che
Evidentemente era attesa un’operazione di questo genere e ha avuto un successo anche di pubblico al di fuori. Sono contento perché vuol dire che appunto si è andati un po’ al di là di un’impressione iniziale e si è capito invece che qui vogliamo, piano piano, scardinare il sistema.