Editoria scolastica: business o filiera professionale di valore?

Ci sono online tante opinioni e analisi sul mercato dell’editoria scolastica. Per molti si tratta di un business, per altri di un tema che viene fuori a settembre quando il “caro libri” fa notizia per qualche giorno. Facciamo un po’ di ordine e proviamo a vedere cosa è l’editoria scolastica, quanto vale, chi ci lavora e a cosa serve per vedere cosa c’è oltre le polemiche.  

Cos’è l’editoria scolastica 

L’editoria scolastica è il settore del mondo editoriale che realizza opere scolastiche, cioè i libri di testo per la scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado, esclusi quindi i testi universitari e parascolastici. L’obiettivo dell’editoria scolastica è proporre contenuti didattici a un pubblico, di cui si conosce, effettivamente, con precisione l’ampiezza. I dati del Ministero dell’Istruzione relativi al 2021 indicano la presenza nelle scuole statali di 7.407.312 studenti, di cui 277.840 con disabilità. A loro, si sommano 814.390 studenti iscritti alle scuole paritarie. Il Post nell’articolo “Il business del libri di scuola” del 2015 scrive: 

“Il mercato è enorme, ma non ha potenziali di crescite maggiori perché il numero degli studenti rimane sostanzialmente stabile”. 

I numeri dell’editoria scolastica 

Non è un mistero quindi che, mentre il pubblico adulto sceglie liberamente di acquistare questo o quel libro di varia (saggistica, narrativa etc…), nella scolastica l’acquisto avverrà per certo, sulla base della selezione dei docenti. Come si legge nel report Istat sulla Produzione e lettura di libri in Italia per l’anno 2021, l’81,0% dell’offerta editoriale è occupata dai libri di genere “varia”, il 9,9% dall’editoria per bambini e ragazzi e il 9,1% dalle opere scolastiche. Il 28,2% della tiratura complessiva è riconducibile all’editoria scolastica e quasi una copia stampata su cinque è un libro per bambini o ragazzi (19,0%).

In termini economici, il valore totale della produzione, corrispondente al totale dei libri pubblicati nel 2021 è pari a 3,9 miliardi di euro (+12,3% sul 2020). Il valore della produzione è ripartito quasi egualmente per genere: il 45,8% è da attribuire ai libri di “varia”, il 43,4% all’editoria scolastica e poco più di un decimo (10,7%) è rappresentato dall’editoria per bambini e ragazzi. Nella scuola primaria tutti i libri di testo sono gratuiti, mentre negli altri ordini di scuola sono a pagamento, ma è prevista la dotazione gratuita o parzialmente gratuita agli alunni appartenenti a famiglie con reddito basso. Ogni anno, infatti, il Governo stanzia fondi per sostenere l’acquisto dei libri scolastici: nel 2022 l’importo è stato pari a € 133.000.000,00 milioni di euro. Le scuole, a loro volta, scelgono i testi entro la seconda decade di maggio per l’anno scolastico successivo. Questa selezione deve avvenire nel rispetto del tetto massimo di spesa annuale, superabile al massimo del 10%. 

Come funziona l’adozione dei libri di testo?

Come ricordano le note ministeriali pubblicate ogni anno intorno al mese di marzo, avere i libri scolastici non è obbligatorio. Le scuole possono, infatti, scegliere di avvalersi di strumenti didattici alternativi. Eppure, anche se la scelta di dotarsi di libri cartacei è facoltativa, gli insegnanti continuano a preferire i libri scolastici. Avere un testo, quindi, rappresenta una guida per il loro lavoro e uno stimolo per lo studio di bambini e bambine, ragazze e ragazzi a scuola e nel tempo extrascolastico. 

Chi lavora in editoria scolastica 

Oltre ai dati, ai numeri e al valore economico ci sono le persone che collaborano per realizzare un libro scolastico con l’obiettivo comune di creare strumenti di qualità per l’insegnamento e lo studio. 

  • l’autore / autrice o il gruppo di autori e autrici che propone un metodo didattico e i contenuti base del testo 
  • le figure di editor interne alle case editrici che si occupano del progetto editoriale e del rapporto con gli autori 
  • le figure che si occupano di editing e redazione esterne offrono servizi necessari per avere testi e contenuti curati in ogni dettaglio.
  • illustratori e illustratrici che arricchiscono visivamente il testo 
  • esperti di iconografia che selezionano immagini da fonti ufficiali e archivi 
  • progettisti/e grafici/e che creano layout coinvolgenti e funzionali, con particolare attenzione alla leggibilità
  • impaginatori grafici che armonizzano, dato un progetto grafico, tutti gli elementi necessari per la buona riuscita di un testo pronto da stampare
  • gli stampatori che realizzano la stampa dei volumi
  • figure che si occupano della produzione dei contenuti digitali necessari per rendere l’insegnamento e l’apprendimento più efficaci.
  • gli agenti editoriali (o rappresentanti commerciali) che propongono ai docenti le opere pubblicate per favorirne l’adozione per i propri studenti.

Quindi, a chi chiede se i costi dei libri potrebbero essere più accessibili, si può rispondere che, come succede per tanti prodotti di qualità realizzati in maniera etica, i costi sono commisurati al lavoro e all’investimento di professionalità, tempo ed energie necessario per realizzarli. Fare libri scolastici è un lavoro ampio e complesso che richiede collaborazione tra diverse professionalità e tanto investimento di tempo e risorse che ha diritto al suo compenso. 

E quindi, l’editoria scolastica è un business? 

L’editoria scolastica è un settore commerciale che funziona e dà lavoro, esattamente come altri settori dell’editoria. Insomma, ci sembra evidente che l’editoria scolastica sia una filiera professionale col suo indotto economico, certo, ma anche con una grande valenza sociale perché crea strumenti utili allo studio, alla formazione e alla didattica. E’ vero, siamo un po’ di parte, ma che ci volete fare, è dal 1989 che progettiamo libri di scuola per case editrici, attente a completare l’offerta con proposte digitali sempre attuali. Non a caso, nel 2022 abbiamo raccontato l’editoria scolastica e non solo, con la voce di chi la fa. 

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Illustrazione di copertina di Luca Poli

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